Ecco il pc low cost da 25 dollari grande come una carta di credito

 ERA il sogno di Nicholas Negroponte: un computer low cost per tutti i bambini del mondo. Il progetto doveva chiamarsi Education For Peace, perché l’idea era che una maggiore istruzione avrebbe diffuso una cultura di pace nei paesi in via di sviluppo; ma poi si decise di comunicare subito l’obiettivo immediato e così il nome divenne Olpc.

Olpc, un acronimo che sta per “un laptop per ogni bambino”. Il laptop, bellissimo, un vero oggetto di design già esposto in qualche museo di arte moderna, si chiama Xo: in cinque anni ne sono stati distribuiti due milioni, con l’Uruguay in cima alla classifica: non sono pochi, ma nemmeno tanti purtroppo. Olpc fa oggettivamente fatica a imporsi anche perché il computer costa il doppio dei cento dollari previsti all’inizio.

Ora il sogno del celebre fondatore del MediaLab del Mit sta per essere realizzato, anzi sbaragliato, almeno dal punto di vista del prezzo: è infatti in arrivo un personal computer da 25 dollari. Costerà insomma meno di un videogioco e sarà grande come una carta di credito.

Questo oggetto incredibile si chiama Raspberry Pi e già nel nome gioca con le proprie ambizioni di cambiare il mondo in cui viviamo: il messaggio è che dopo il mirtillo del BlackBerry e la mela di Apple, è forse il momento di assaggiare un altro frutto, il lampone (“Pi” sta invece per “pi greco”, ed è un omaggio al linguaggio di programmazione scelto, il Phyton). La firma è di una superstar dei videogiochi, l’inglese David Braben. Braben ha appena compiuto 48 anni: quando ne aveva venti e frequentava l’università di Cambridge realizzò, assieme al compagno di studi Ian Bell, un avveniristico videogame di guerre spaziali che è stato una pietra miliare del settore. Ai tempi almeno in 600 mila acquistarono una copia di Elite. Da allora Braben ha ottenuto un successo dopo l’altro (l’ultimo: Disneyland Adventures); fino all’anno scorso quando ha deciso di mollare lo sviluppo dell’attesissimo The Outsider, per aggregarsi ad un team dell’università di Cambridge ed investire tutto se stesso sulla creazione di un computer low cost che facesse di nuovo innamorare i ragazzi per l’informatica.

“Vorremmo che ai giovani tornasse l’entusiasmo, che avevamo noi negli anni ’80, sulle infinite possibilità di creare cose nuove con la tecnologia”, spiega Braben per il quale i nativi digitali rischiano di essere meno bravi a utilizzare i computer di quanto fossero i loro coetanei di trenta anni fa. “Oggi impiegano la loro creatività per primeggiare in videogiochi come Little Big Planet o Roller Coaster Tycoon, ma non c’è molto altro che sappiano fare con un pc. Sono come persone che sanno leggere ma non sanno scrivere”, sostiene Braben. Per essere più chiari ancora: ormai tutti sanno tenere un blog o aggiornare Facebook, ma pochissimi sanno anche programmare; non conoscono il linguaggio informatico. E questo perché “è molto difficile che gli venga voglia di programmare con i moderni pc”: sono oggetti troppo belli e sono troppo… facili. Inoltre le lezioni obbligatorie di informatica previste nelle scuole inglesi sarebbero “così noiose” che il numero degli iscritti ai corsi di laurea in computer science si è rapidamente dimezzato.  “Inaccettabile. Vogliamo provare a cambiare questa tendenza” dice Braben eccitatissimo perché il suo micro-computer è finalmente pronto al debutto.

Come sarà? Per ora circolano sono delle foto ed è chiaro che rispetto al modello di Olpc, ma anche a qualunque altro computer visto finora, siamo su un altro pianeta. Non è un oggetto per tutti. Il Raspberry Pi non ha tastiera, non ha mouse e non ha monitor: ma si possono collegare, naturalmente. Ha le dimensioni di una carta di credito (o di una chiavetta usb), usa il sistema operativo di Linux, e collegandolo alla tv di casa come schermo fa tutto quello che deve fare un personal computer (calcolo, scrittura, videogiochi e film in alta definizione). Comprando la versione da 35 dollari, si ha il doppio di memoria più una porta per navigare su Internet. Dettaglio importante: sarà venduto in una custodia trasparente per stimolare la curiosità a capire “come funziona” e magari, modificarlo. Piccoli hacker crescono, si spera: “Farà tornare ai ragazzi la voglia di inventare cose nuove con un pc” scommette Braben.

In rete l’attesa sta diventando messianica. Quando qualche giorno fa i primi dieci esemplari sono stati messi all’asta su eBay per finanziare la Fondazione che sta dietro il progetto e le quotazioni sono schizzate fino a oltre 2500 dollari: cento volte il prezzo a cui sarà messo in vendita un Raspberry Pi fra meno di un mese. Intanto alcuni dei promotori da domani saranno al CES di Las Vegas, la più importante e scintillante fiera dedicata ai gadget tecnologici. In mezzo a tanti prodotti costosissimi, sarà interessante vedere l’effetto che farà il lancio di un microcomputer da 25 dollari. Se avrà successo, cambierà davvero tutto.